Ben prima dell’avvento delle moderne tecnologie e delle tecniche di fotoritocco, la manipolazione delle immagini era comunque  in gran voga , soprattutto per ottenere effetti sorprendenti o per ingannare l’osservatore. Il fotoritocco poteva essere impostato già al momento dello scatto, o meglio degli scatti, come nel caso della doppia esposizione, che permetteva di ritrarre due soggetti anche distanti nello spazio e nel tempo sovrapponendo due immagini sulla stessa lastra. Così facendo era possibile riunire coppie improbabili, far “resuscitare” i morti o creare finte fotografie di fantasmi. L’uso del fotoritocco per ottenere effetti macabri era in uso soprattutto nell’età vittoriana, periodo in cui lo spiritismo divenne di gran moda. Altre tecniche molto in voga erano il collage e la colorazione postuma: tramite il collage era possibile creare le cosiddette fotografie spiritose, con enormi insetti che colonizzavano case e città o pesci giganti per promuovere località balneari. Con la colorazione postuma invece si potevano rendere colorate le fotografie in bianco e nero, per ricreare un effetto di maggiore realismo. La bravura dei fotografi e degli artisti era centrale, poiché mancavano tutti i mezzi moderni per un fotoritocco rapido ed efficace come quello odierno. Per un’unica foto potevano volerci interi giorni di lavoro per ottenere il risultato desiderato!